A distanza di qualche giorno dalla mobilitazione della Confsal che ha visto chiedere, formalmente ed ufficialmente al Governo ed a Inail, l’equiparazione dell’infezione da Covid-19 ad infortunio sul lavoro, le sollecitazioni della nostra Confederazione con in testa il segretario generale Angelo Raffaele Margiotta, hanno prodotto gli effetti sperati.
Difatti, grazie ad una missiva inviata da quest’ultimo al premier Conte ed al presidente Inail Franco Bettoni, – insieme ad una buona divulgazione sulla stampa nazionale dell’utilità e della necessità di “allineare” le norme come risposta concreta sul lavoro all’emergenza coronavirus nel sistema Paese, – l’infezione da coronavirus oggi è catalogata come infortunio.
Una buona notizia appresa dallo stesso decreto “Cura Italia” pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dopo la firma del Capo dello Stato Sergio Mattarella, arrivata nella notte, dopo la trasmissione dell’articolato bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato. Come si potrà leggere infatti, decreto alla mano, l’art.42 dello stesso va nella direzione indicata dalla Confsal: difatti l’infezione da coronavirus contratta, “in occasione di lavoro”, viene riconosciuta infortunio e pertanto indennizzabile secondo la vigente normativa. Le prestazioni INAIL sono erogate con riferimento ai giorni di assenza al lavoro per quarantena o per permanenza domiciliare fiduciaria.
Il lavoratore dipendente, pubblico o privato, dovrà dare immediata comunicazione dell’affezione al proprio datore di lavoro con contestuale invio telematico, all’INAIL, della certificazione medica attestante la quarantena da coronavirus. Gli infortuni da covi-19 non sono computati ai fini della determinazione del tasso medio infortunistico per il calcolo del premio Inail a carico dei datori di lavoro. Sono esclusi dall’indennizzo i lavoratori autonomi.
Guarda la richiesta della Confsal inviata al premier Conte ed all’Inail