Semplificazione della Pa, fabbrica delle competenze, riapertura in sicurezza della scuola, indice di debolezza dei settori produttivi e riforma fiscale. Sono questi i punti principali illustrati da Angelo Raffaele Margiotta al premier Giuseppe Conte e al governo nel corso degli Stati generali di Villa Pamphilj. Temi che secondo il Segretario Generale della Confsal non hanno trovato adeguato spazio nel piano di rilancio dell’economia. Pur riconoscendo lo sforzo dell’esecutivo nell’elaborazione di un ampio progetto per investire le risorse a disposizione, Margiotta ha sottolineato l’importanza di stabilire delle priorità, dando la precedenza alle riforme a costo zero, come quella della semplificazione della Pubblica amministrazione. “Per realizzarla non servono risorse, basta la buona volontà”, ha spiegato il segretario della Confsal.
Per quanto riguarda la formazione, ha proseguito Margiotta, “non bisogna commettere l’errore di fare affidamento solo sul sistema nazionale di istruzione. Gli Istituti tecnici superiori sono efficacissimi, ma insufficienti a colmare il gap con la domanda del mondo del lavoro. Secondo la Confsal è necessario introdurre un reddito di formazione per incentivare i giovani a restare nel nostro Paese e per creare specifiche competenze per ogni peculiarità richiesta. Le imprese stesse, anche con contratti di apprendistato, potrebbero supportare tale processo di formazione, modellandolo direttamente sulla filiera produttiva”. Sarà poi necessario, ha proseguito il segretario Confsal, “creare un protocollo integrato con le norme Uni e le linee guida Inail per consentire non solo la riapertura delle scuole in sicurezza ma anche per evitare ulteriori interruzioni del processo produttivo in caso di emergenza sanitaria. In questo modo potremo avere un modello di Scuola protetta e di impresa Protetta”
In merito alle misure per le imprese Margiotta ha ricordato al premier Conte che “il sistema produttivo è composto da circa quattrocento micro mondi, ognuno delle quali presenta delle proprie peculiarità sia in termini di costi che di produttività”. Nessun settore è uguale all’altro e gli aiuti non possono essere generalizzati. Bisogna calcolare un indice di forza e uno di debolezza su cui tarare riforme e interventi, perché ci sono comparti che non hanno più margini sul costo del lavoro e non riescono più a sopportare il peso degli oneri fiscali e contributivi, altri su cui invece è ancora possibile avere spazio di manovra. Questi sono i presupposti imprescindibili per creare un nuovo modello di contrattazione di qualità e per individuare i livelli salariali minimi e ottimali”. Rimanendo nell’ambito del mondo del lavoro, ha concluso Margiotta, “bisogna eliminare la tassa sulla povertà che colpisce i lavoratori con redditi troppo bassi e un peso della tassazione sproporzionato. A questo scopo, nell’ambito di una riforma fiscale è necessario introdurre una no tax area almeno per reddito fino a mille euro mensili”.
Nel corso degli Stati generali ha preso la parola anche Cosimo Nesci, ViceSegretario Generale, nonchè Segretario Generale FNA Confsal, che ha chiesto al premier di supportare, con provvedimenti legislativi a carattere assistenziale, i lavoratori del settore agricolo per i danni subiti a causa della pandemia. Il “Piano triennale” è da attivare subito, ha detto Nesci, “per colmare le lacune della legge contro il caporalato. Lo Stato dovrebbe, inoltre, intervenire con delle disposizioni ad hoc, onde evitare di perdere i fondi europei e nazionali stanziati per l’agricoltura, qualora le regioni non riuscissero a spenderli con progetti finalizzati e rendicontati. Infine, occorre supportare i lavoratori e le piccole imprese del settore agricolo che sempre più spesso escono sconfitti dalle sfide contingenti del mercato”.