Tutelare i giovani e anche i lavoratori autonomi
“I futuri ammortizzatori sociali, salvo quelli indirizzati al contrasto della povertà per chi non può lavorare, devono essere finalizzati all’attivazione al lavoro. Le risorse devono essere indirizzate verso la ricollocazione e la formazione utile alla riqualificazione delle persone. Per coloro i quali si prevede possano perdere il lavoro è necessario puntare anticipatamente alla loro ricollocazione, da lavoro a lavoro, introducendo uno strumento innovativo, il preavviso attivo, finalizzato ad evitare il futuro licenziamento.”
È quanto commenta il Segretario Generale della Confsal Angelo Raffaele Margiotta a proposito della discussione avviata dal Ministro Orlando al Tavolo per l’avvio della riforma sugli ammortizzatori sociali.
“Siamo favorevoli a un ammortizzatore con carattere universalistico, ma la soluzione non è un ammortizzatore unico per tutti i settori, essendo necessaria una differenziazione per settori quali il commercio, turismo, artigianato e cooperative.”
Secondo la Confsal, “Una delle prime azioni deve riguardare il superamento della cassa integrazione in deroga che, anche prima della pandemia, aveva mostrato di essere uno strumento farraginoso”.
Confsal ha posto l’accento sui lavoratori autonomi per i quali “dovrà essere previsto un analogo sistema di ammortizzatori sociali. Per i precari va individuata una forma di ammortizzatore sociale con dei limiti temporali ma che rappresenti una copertura previdenziale negli intervalli tra lavoro e non lavoro”.
“L’occasione della riforma degli ammortizzatori sociali – ritiene Confsal – deve far superare la logica ‘passiva’ finalizzando risorse adeguate per avviare al lavoro i milioni di giovani che non hanno occupazione”.