Dichiarazione del Segretario generale
Angelo Raffaele Margiotta
“Il pericolo che possono rappresentare i non vaccinati per i colleghi di lavoro è un problema reale e serio che non può essere oggetto di atteggiamenti liquidatori o unilaterali”, così il Segretario generale della Confsal Angelo Raffaele Margiotta commenta la questione sull’obbligo alla vaccinazione nei luoghi di lavoro.
“Occorre affrontare il problema con equilibrio per giungere a una soluzione ponderata e condivisa – prosegue il Segretario generale – pur non volendo ignorare o minimizzare la paura (giustificata o meno) che attanaglia molte persone all’idea di sottoporsi alla vaccinazione”.
La Confsal ritiene, dunque, che la libertà individuale di non vaccinarsi, pur legittima in punta di diritto, non possa prevalere rispetto al diritto alla salute di tutti gli altri.
“Sulla base di queste considerazioni proponiamo l’incentivo alla vaccinazione, concedendo al lavoratore tre giorni di permesso retribuito per ciascuna dose. Nel caso in cui il lavoratore non si vaccini deve essere obbligato a eseguire tamponi antigenici quotidianamente.
Infine, nel caso di rifiuto della vaccinazione, non si deve dar luogo al licenziamento, come pure alcuni giuristi ipotizzano – conclude Margiotta – ma si deve disporre la sospensione del rapporto di lavoro fino a quando la mancata vaccinazione determina una situazione di pericolo per la salute degli altri lavoratori”.