Dopo un corale lavoro preparatorio e un vivace dibattito, indice di vitalità e pluralismo, l’Assemblea del CNEL ha approvato ieri un articolato documento che, oltre a un’analisi della questione salariale in italia, reca il parere richiesto dalla presidenza del consiglio dei ministri sulla opportunità di introdurre per legge la misura di un salario minimo.
“Salari bassi e lavoro povero, sono due gravi criticità che attanagliano il mondo del lavoro e alle quali occorre dare risposte, ma attraverso le giuste soluzioni” afferma il Segretario Generale della Confsal Angelo Raffaele Margiotta – “E’ necessario- continua Margiotta– da una parte indirizzare la riduzione del cuneo fiscale a favore dei redditi bassi e d’altra parte migliorare i trattamenti economici definiti dai contratti collettivi. Questo è un compito precipuo e ineludibile dei sindacati dei lavoratori, piccoli o grandi che siano, impegnandosi ad agire attraverso la contrattazione collettiva.
In tal senso il documento auspica un ruolo più incisivo della contrattazione collettiva e, proprio su proposta della Confsal, prevede un intervento legislativo per far sì che i contratti collettivi nazionali di lavoro, prima che possano avere applicazione, debbano ricevere un visto di conformità, un “bollino di qualità”, che attesti il rispetto di standard minimi, non solo economici ma anche normativi. Questa, afferma Margiotta, è la motivazione di base per la quale i rappresentanti della CONFSAL, insieme ai rappresentanti della CISL e di altri sindacati, hanno approvato in Assemblea il documento del CNEL.
“Stupisce, quindi, la posizione contraria di alcune organizzazioni sindacali che intendono fuggire dalle responsabilità, rinunciando al proprio ruolo di attori contrattuali per affidarsi a un salvifico intervento legislativo, che indubbiamente rappresenterebbe un indebolimento del ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva. Una posizione inspiegabile.” conclude Margiotta.