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LA CONFSAL AL TAVOLO COL MINISTERO DELLA SALUTE: BENE L’APERTURA DEL CONFRONTO, MA C’E’ ANCORA TANTO DA FARE!

Rome, RM, Italy - August 18, 2020: Modern building seat of the Ministry of Health also called MINISTERO DELLA SALUTE of the Italian State

COMUNICATO STAMPA

Si è svolto oggi, presso Palazzo Chigi, il primo tavolo di confronto col Ministro Orazio Schillaci, a cui la CONFSAL ha partecipato, unitamente alle altre parti sociali, per discutere del fondo sanitario nazionale, dei per la sanità pubblica e per quella privata, della medicina del territorio e del PNRR.Nell’evidenziare al tavolo le troppe criticità e le “toppe” del nostro sistema sanitario nazionale, Giuseppe Carbone, Vice Segretario CONFSAL e Segretario FIALS, ha affermato: “Il fondo sanitario nazionale non viene attualmente ripartito in maniera equa e il nostro sistema sanitario ha ben poco di unitarietà nazionale!” “Possiamo consentire – si è chiesto Carbone – che ogni Regione legiferi a modo proprio spesso in contrapposizione alle disposizioni anche nazionali? Vuole il Ministero intervenire per dare direttive univoche su tutto il territorio nazionale, per far sì che non ci siano Regioni che vadano avanti e altre che vanno indietro?” – “Se si continua a privilegiare e favorire la sanità privata – ha avvertito Carbone – provochiamo un grave depauperamento delle risorse professionali perché molti operatori sanitari lasciano il pubblico per andare a lavorare nel privato”.“Un’altra importante questione da affrontare perché non più procrastinabile – ha ribadito Carbone – riguarda la valorizzazione piena ed effettiva di tutto il personale sanitario, sia pubblico che privato, e dunque bisogna subito mettere mano ai rinnovi contrattuali”.“La CONFSAL saluta fiduciosa questo primo incontro – afferma a sua volta il Segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta – perché sono state affrontate questioni che riguardano, una correzione di rotta del Sistema Sanitario Nazionale, oramai urgente e non più procrastinabile. Non resta che mettersi al lavoro tutti assieme, perché c’è tanto da fare!”

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